1. La norma generale: una persona deve stare attento ai cammini che percorre,
in particolare per ciò che riguarda ciò che dice, e non mescolarsi in cose che
riguardano il prossimo se non nei casi in cui sa bene le cose effettivamente, e
pensare di raccontare le cose per un’utilità e non per odio o non
sopportazione, e pensare a priori tutte le possibili conseguenze delle sue
parole. E HaShem ci salvi da errori.
Completato B”H il testo Chafetz
Chajim!
ovvero le istruzioni per usare al meglio il regalo più prezioso che Hashem ci ha donato: la parola
Shidduch (3/4)
8. Imbrogli. Nel caso sappia, prima che abbiano “concluso”, che una delle due parti sta imbrogliando l’altra sulle condizioni economiche decise, allora bisogna riflettere bene prima di rivelare la cosa, perché sono necessarie molte condizioni per farlo (oltre a quelle esposte precedentemente Rechilut 9:2):
a. Davvero? Bisogna per prima cosa riflettere se è un vero imbroglio, conoscendo la sua cattiva indole oppure la sua situazione economica molto povera, oppure che ha sentito esplicitamente che è una farsa (Ma non decida immediatamente che le cose stiano così semplicemente se ha difficoltà, perché spesso vediamo persone del genere che mantengono la loro parola molto più di persone che hanno un livello economico molto alto)
b. Avrebbe accettato comunque? Bisogna sapere se l’altra parte avrebbe accettato comunque di sposarsi, anche senza queste garanzie economiche. Perché nel caso in cui non influenzino la sua scelta è vietato rivelarlo.
c. Imbroglio per imbroglio. Bisogna essere certi che anche l’altra parte non stia imbrogliando a sua volta. Perché in tal caso “si rendono pari” almeno per quello che riguarda il mio dovere/possibilità di parlare sulla questione.
9. Imbrogli (2). Nel caso invece abbiano già “concluso” e sappia di un imbroglio, bisogna vedere un ulteriore fattore (oltre all’ultimo precedente e alle regole di Rechilut 9:2): nel caso in cui le sue parole vengano accettate come motivo per sospettare soltanto (ossia che si pari le spalle per non subire danni), allora lo dica; nel caso invece c’è il rischio che venga creduto completamente, e si arrivi anche a disdire il matrimonio, allora è vietato rivelarlo, perché non capita che ci siano tutte le condizioni necessarie (vedi Beer Maim Chajim 14 dal Chafetz Chajim – Tziur Shelishì:9)
Shiddukh (2/4)
1. Difetti gravi. Nel caso il promesso sposo abbia difetti gravi, abbiamo da distinguere il
tipo di difetti:
a.
Malattia interna. Se il promesso sposo
ha una malattia interna e l’altra parte non è consapevole poiché non è
evidente, sicuramente deve rivelarglielo e non c’è divieto di rechilut, a
condizione che si verifichino le condizioni spiegate prima (Rechilut Regola
9:2)
b. Eresia. Nel caso si sia sentito che il promesso sposo ha tendenze eretiche
(rispetto alla Toràh) è necessario rivelarlo, senza che si verifichi alcuna
condizione. Solo nel caso in cui l’abbia solo sentito, non dica che lo sa, ma
sottolinei che l’ha sentito, per cui è necessario non crederci subito, ma solo
sospettare della cosa. (vedi Beer Maim Chajim 9)
c.
Mancanze di Toràh. Nel caso una persona
abbia mancanze di Toràh rispetto a ciò che si pensava, è vietato rivelarlo. Perché
se volevano effettivamente verificare la cosa avrebbero dovuto portare il promesso
sposo davanti a Talmidè Chakhamim che l’avrebbero testato. (Nel caso effettivamente
faccia così, allora i Talmidè Chakhamim devono dire le cose come stanno, perché
le due parti erano d’accordo a monte ad effettuare il test) Poiché non l’ha
fatto, è come se dicesse che gli va bene così.
Dalle due parti. Come è vietato/permesso
rivelare qualcosa sullo sposo, vale la stessa norma per rivelare qualcosa sulla
sposa o sulla sua famiglia. Solo deve riflettere in particolare se le cose
saranno ascoltate, perché se non c’è la possibilità di essere ascoltato, allora
è solo rechilut.
Shidduch (1/4)
4. Se vede che una persona sta per fare uno shidduch con qualcun altro, e (a) sa che una delle due parti ha delle gravi mancanze (vedi successivamente punto 6 cosa è definita come “mancanza”), e sa inoltre (b) che l’altra parte non sa della cosa e (c) che se la sapesse non accetterebbe di sposarsi. In tal caso bisogna rivelare la cosa, a patto che si verifichino tutte le condizioni spiegate in seguito Be”H. E’ necessario porre attenzione ad ogni dettaglio per poter permettere, ma prima di tutto è opportuno rimuovere gli inciampi che sono soliti esserci sulla questione. Ciò nonostante non dovrebbe essere necessario scriverli esplicitamente data la loro semplicità, ma a causa della possibilità di danno l’autore ha ritenuto opportuno esplicitarli.
5. Difetti senza sostanza. Spesso si parla male di difetti che non sono così importanti. Ad esempio, se il futuro sposo è una persona ingenua che non sa comprendere i cattivi comportamenti di persone che si “ritengono furbe” e che vogliono fregare il prossimo, o che non vuole fare buffonaggini come altre persone della sua età, essendo una persona seria, in tali casi spesso la gente dice su di tale persona che è tonto. Fino al punto che capita che la gente non voglia sposarsi con tale individuo a causa delle voci che circolano su di lui. O che vogliano annullarlo, oppure altre cose poco piacevoli.
E' importante sottolineare che il rivelare queste cose non ha alcuna forma di permesso. Nessuno dei criteri esposti precedentemente (Regola 9:2) si verifica. E coloro che raccontano queste cose sono chiamati dalla Toràh: "Motzì Shem Ra" ~ "coloro che tirano fuori un cattivo nome" (vedi inoltre Lashon harà - regola 1 e regola 5), perchè persino se la cosa fosse assolutamente vera, mancano i presupposti per raccontarla.
[Inoltre tali persone rendono anche peccatori i più, perchè si affrettano a raccontare cose negative e farsi scherno di fatti e persone. All'inizio cominciano per non sentirsi "da meno" rispetto agli altri che raccontano già queste cose (non che questo sia un permesso comunque così stanno le cose), e poi si abituano a tenere questo atteggiamento. Com'è riportato nella Ghemarà (in Massekhet 'avodàh zaràh 18 'amud bet) "Se è andato (secondo il consiglio dei malvagi) - arriverà a rimanerci, se è rimasto - arriverà a risiedervi" Quindi una persona deve stare molto attenta a evitare di frequentare queste compagnie. Perchè stanno correndo verso cose negative, e il rischio (quasi sicuro) è di rimanerci, chas veshalom, in mezzo. E così dicono i chakhamim (Eduyot 5:6) "Meglio che una persona sia considerata pazza per tutti i suoi giorni, e non sia malvagio neppure un istante davanti ad HaShem."
E così è vietato anche parlare male delle azioni dei padri di una determinata persona, come spiegato precedentemente nella regola 4.
E così è vietato anche parlare male delle azioni dei padri di una determinata persona, come spiegato precedentemente nella regola 4.
Situazione “Società” (2/2)
3. E’ vietato dare un consiglio che si sa essere cattivo, perché si trasgredisce il divieto di “VeLifnè iver Lo Titten Mikhshol” ~ “Davanti ad un cieco non porre inciampo” (ossia davanti a chi è cieco sul problema). Quindi anche consigliare a qualcuno di mettersi in società con una persona non molto adatta per la cosa, oppure problematica, contravviene a questo ed altri divieti. E’ quindi vietato consigliare un socio oppure uno shidduch non adatto.
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