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Seconda Regola.2

2. Il modo permesso di raccontare dinnanzi a tre persone.
E’ permesso raccontare “davanti a tre”, cioè nel caso in cui ci siano tre persone e la questione che si racconta non è considerabile qualcosa di negativo oltre ogni dubbio (ad esempio dire che non trova il fuoco acceso se non presso una persona particolare in cui cucinano sempre – che potrebbe essere interpretato come “è un ingordo” oppure come “fa molto per dare ad altri da mangiare”). Questo a condizione che quando racconta la cosa non abbia una voce e un tono che fanno supporre che voglia dire qualcosa di negativo, e che se fosse stato detto davanti alla persona stessa non si sarebbe vergognato di dirlo. In questo caso anche gli ascoltatori non hanno alcun divieto di stare ad ascoltare.

2.2[Tutto il permesso di “non si sarebbe vergognato di dirlo” è valido solo per alcune questioni particolari che vedremo Be”H in futuro, ma anche in questo non si parla di qualcuno che “non si sarebbe vergognato di dirlo” a causa della sua faccia tosta]

Seconda Regola

SECONDA REGOLA: LASHON HaRà CHE VIENE DETTA DI FRONTE A TRE PERSONE

1. Il divieto di parlare lashon harà di fronte a una singola persona o di fronte a molte persone
È vietato parlare lashon harà (ossia parlare male di qualcun altro dicendo qualcosa di vero e realmente accaduto) di fronte a una singola persona, tanto più di fronte a molte persone. Più sono gli ascoltatori e più la pena di colui che racconta è grave.

Prima Regola.5

1.9. Il divieto di parlare lashon harà: perfino se sei parla male anche di se stessi
Perfino se parlando male di qualcun altro, parla male di se stesso, è vietato. Perfino nel caso in cui cominci a parlare male di se stesso e poi passi a parlare male di qualcun altro gli è vietato.

Prima Regola.4

7. Il divieto di parlare lashon harà: perfino se si viene considerati pazzi

Se piuttosto che parlare lashon harà è meglio perdere il lavoro, è ovvio che è vietato parlare lashon harà al costo di perdere il proprio onore ed essere considerati pazzi. A proposito di questo concetto hanno detto i Nostri Maestri: “Meglio essere considerato pazzo per tutta la vita, piuttosto che malvagio per un istante di fronte a Melech Malchei haMelachim haKadosh-Baruch-Hu” ('Eduyot cap. 5 mishnà 6). Bisogna essere molto forti in situazioni come questa per non cadere nella trappola e parlare lashon harà. Ma ciò che dà coraggio è la certezza che, così come è duro astenersi dal parlare lashon harà, così la ricompensa di HaShem per non averlo fatto sarà infinita.

8. Il divieto di parlare lashon harà: perfino in forma scritta o con un accenno

Il divieto di parlare lashon harà vale sia in forma orale che scritta. E vale anche se si racconta in modo esplicito o alludendo ai fatti.

Prima Regola.3

5. Il divieto di parlare lashon harà: perfino se qualcuno ci supplica

È proibito raccontare lashon harà perfino se si viene implorati e supplicati di farlo (tanto più ovviamente se si racconta di propria spontanea volontà). Perfino se i propri genitori o il proprio maestro (a cui si deve rispetto) chiedono di farlo, se questo implica parlare lashon harà, è vietato.

6. Il divieto di parlare lashon harà: perfino se si rischia di perdere il lavoro

Perfino se a causa del fatto che non si vuole parlare lashon harà si rischia di perdere il proprio lavoro, senza avere nessun’altra fonte di sostentamento per mantenere la propria famiglia, è vietato parlare lashon harà.

Prima Regola.2

3. La gravità della pena di chi è abituato a parlare lashon harà

Quello che abbiamo detto si applica a chi “per caso” ha parlato male di qualcuno, ma chi è abituato a farlo e si riunisce di proposito con amici e parenti per parlare male degli altri, è chiamato “maldicente” e la sua pena è molto più grave, perché intenzionalmente e ripetutamente trasgredisce quello che è scritto nella Toràh.

4. La punizione per chi racconta lashon harà : in questo Mondo e nel Mondo Futuro

I Nostri Maestri riportano tre trasgressioni per cui si viene puniti in questo Mondo e si perde il proprio posto nel Mondo Futuro. Queste averot sono: idolatria, rapporti proibiti (tra cui avere rapporti con una donna niddà, quindi tutti i rapporti prematrimoniali), e lo spargimento di sangue. Parlare lashon harà è peggio di tutti e tre messi insieme. Spiegano i Nostri Maestri che ci si riferisce a chi parla abitualmente lashon harà come se la cosa fosse permessa [in ogni caso se una persona fa teshuvà dall’averà che ha compiuto, decidendo di non volerla ripetere più, allora gli viene perdonata].

Prima Regola

IL DIVIETO DI PARLARE LASHON HARA’ E LA GRAVITA’ DELLA PENA PER CHI LO FA

1. Il divieto di raccontare qualcosa di negativo sul prossimo
a) È vietato raccontare lashon harà, ossia raccontare qualcosa di negativo sul prossimo, perfino se si tratta di qualcosa di vero.
b) Se in quello che si racconta, c’è qualche piccola imprecisione o bugia, attraverso cui quello che si racconta sul prossimo sembra ancora più grave, si entra nella categoria di diffamatori, e la punizione per questo peccato è molto più grave.

2. Le averot che si compiono parlando lashon harà
Chi racconta lashon harà o pettegolezzi – trasgredisce il divieto “Non andare spettegolando nel tuo popolo”, e molti altri divieti e precetti da osservare direttamente dalla Toràh.

Le quattro maledizioni.2

3. Terza maledizione “Maledetto colui chi non considera valide (tutte) le parole di questa Toràh”
Se si compie il peccato di lashon harà molto spesso, al punto che si parla tranquillamente lashon harà senza quasi considerarlo un peccato, si è passibili di ricevere la maledizione “Maledetto colui chi non considera valide (tutte) le parole di questa Toràh”. Poichè è scritto nella Toràh di non parlare lashon harà, chi ignora deliberatamente questo divieto, sta automaticamente non considerando valido tutto ciò che è scritto in Essa (nel caso specifico, il fatto di non parlare lashon harà).

4. Quarta maledizione “Maledetto chi maltratta suo padre e sua madre”
Se chaz veshalom si parla lashon harà sui propri genitori, si è passibili della maledizione “Maledetto chi maltratta suo padre e sua madre”.

Le quattro maledizioni

Le quattro maledizioni a cui è passibile chi non sta attento al peccato di lashon harà

1. Prima maledizione: “Maledetto chi colpisce il prossimo di nascosto” (Devarim 27, 24)
Oltre a tutti i divieti e precetti positivi che trasgredisce chi parla lashon harà, è passibile di ricevere la maledizione “Maledetto chi colpisce il prossimo di nascosto”, perché si può colpire anche con le parole, che spesso possono essere peggio che un colpo fisico.

2. Seconda maledizione “Maledetto chi fa deviare il cammino del cieco” (Devarim 27,18)
È passibile a questa maledizione chiunque trasgredisca il divieto di “Non mettere un inciampo di fronte al cieco”, che è una delle diciassette trasgressioni scritte precedentemente, che si possono compiere parlando o ascoltando lashon harà, perché mette un “inciampo” di fronte a chi ascolta quello che dice, o ascoltando la lashon harà della persona che ha cominciato a dirla.

I 14 precetti positivi.7

13. Il tredicesimo precetto – “Allontanati dalla menzogna” (Shemot 23,7)
Se nel racconto di lashon harà (che consiste nel raccontare qualcosa di vero e negativo su di un’altra persona) si aggiunge anche qualche piccola bugia o inesattezza, si trasgredisce un ulteriore precetto “Allontanati dalla menzogna”. A questo punto, chi racconta qualcosa del genere, passa dalla categoria di colui che racconta lashon harà a quella di diffamatore. E la sua punizione è molto più grave rispetto a quella di chi racconta lashon harà e pettegolezzi.

14. Il quattordicesimo precetto – “E seguirai le sue vie (di HaKadosh Baruch Hu)” (Devarim 28,9)
Chi si abitua a parlare lashon harà e pettegolezzi, trasgredisce il precetto “E seguirai le sue vie”, secondo cui bisogna imitare i comportamenti e le caratteristiche di HaKadosh BaruchHu, che sono tutte positive. Così come Lui è misericordioso, anche noi dobbiamo esserlo, così come Lui è clemente, anche noi dobbiamo esserlo etc.. E HaKadosh BaruchHu
odia i delatori, perfino a proposito di una persona veramente infame. Le vie di HaShem consistono nel fare solo del bene al prossimo, e chi trasgredisce i divieti relativi alla lashon harà, di sicuro non si sta comportando in questo modo.

Abbiamo enumerato i 14 precetti da compiere che è possibile trasgredire parlando lashon harà, oltre ai 17 divieti precedentemente enumerati. Sicuramente non possono essere infranti tutti contemporaneamente con una singola chiacchierata, ma chi è abituato a parlare lashon harà e pettegolezzi sicuramente li trasgredirà tutti.

I 14 precetti positivi.6

11. L’undicesimo precetto – “Temi HaShem Tuo Signore” (Devarim 6, 13)
Chi si invischia nel grave peccato di parlare o ascoltare lashon harà, trasgredisce il precetto: “Temi HaShem Tuo Signore”, secondo cui nel corso di tutta la nostra vita dobbiamo comportarci secondo le regole che HaShem ci ha dato, perché HaShem veglia costantemente sulle nostre azioni e i nostri pensieri, e se si parla o si ascolta lashon harà, di sicuro in quel momento non si sta temendo HaShem.

12. Il dodicesimo precetto – Studiare Toràh
1. Nel momento in cui si ascolta o si parla lashon harà, si trasgredisce il precetto positivo di studiare Toràh, che è importante quanto la somma di tutte le mitzvot messe insieme e la cui ricompensa è incommensurabile. Di conseguenza, essendo lo studio della Toràh una mitzvà così importante, l’annullamento di questa mitzvà equivale al compimento di tutti i peccati messi insieme. L’obbligo di studiare Toràh si applica ad ogni singolo istante della vita di ogni ebreo.
2. Se si considera il peccato di non studiare Toràh, sommato a quello di parlare lashon harà, si arriva tranquillamente a trasgredire centinaia di divieti e di precetti da compiere. Quindi bisogna stare molto attenti a ciò che si dice e a ciò che si ascolta.

I 14 precetti positivi.5

9. Il nono precetto – “E lo santificherai” (Vaikrà 21, 8)
Chi racconta lashon harà su di un Cohen in sua presenza – trasgredisce il precetto “E lo santificherai” (i Cohanim vanno trattati con un rispetto particolare, ancora più di tutti gli altri).

10. Il decimo precetto – “Onora tuo padre e tua madre” (Devarim 27,16)
1. Se si racconta lashon ahrà sui propri genitori, perfino se non in loro presenza, si trasgredisce inoltre il precetto: “Onora tuo padre e tua madre”, e si è soggetti alla maledizione scritta nella Toràh “Maledetto chi maltratta suo padre e sua madre” (Devarim 27,16).
2. Anche chi racconta lashon harà o pettegolezzi sul proprio fratello più grande, o sul marito della propria madre (che non è suo padre), o sulla moglie del proprio padre (che non è sua madre), trasgredisce le stesse cose (questo lo si impara dal fatto che nel verso in ebraico c’è scritto “Kabed et avicha veet immecha” i Nostri Maestri deducono che il fatto che ci sia scritta la particella veet viene a includere i parenti di cui abbiamo parlato).

I 14 precetti positivi.4

7. Il settimo precetto – “E avrete timore del mio Mikdash ~ Santuario”
Se si parla lashon harà o pettegolezzi in un luogo in cui si studia Toràh o nel Bet HaKeneset, trasgredisce il precetto “E avrete timore del mio Mikdash ~ Santuario”, perché tali luoghi sono considerati come un Bet HaMikdash ~ Santuario.

8. L’ottavo precetto “Onora la figura dell’anziano” (Vaikrà 19, 32)
Chi racconta lashon harà a proposito di una persona anziana o di un saggio in sua presenza, trasgredisce anche il divieto: “Onora la figura dell’anziano”.

I 14 precetti positivi.3

5. Il quinto precetto – “Ammonisci il prossimo”
A volte, ascoltando lashon harà o pettegolezzi, si può trasgredire il precetto “Ammonisci il prossimo”. Se una persona comincia a raccontare qualcosa di male su di un’altra persona, e chi ascolta sa che se la ammonisse smetterebbe di raccontare quello che stava raccontando, deve farlo. Perfino se ha il dubbio che forse accetterebbe la sua ammonizione e smetterebbe di raccontare, deve ammonirlo fin da quando comincia a parlare male dell’altro e non lasciarlo finire.
Se non lo ammonisce e lo lascia finire sicuramente trasgredisce il precetto di cui parlato. Lo trasgredisce perfino se ha l’intenzione di ammonirlo non appena avrà finito di parlare lashon harà.


6. Il sesto precetto – “E a Lui (al Signore) ti attaccherai”
Una persona che si aggrega ad una compagnia di mascalzoni e maledicenti, per raccontargli lashon harà, o per sentire la loro lashon harà, trasgredisce il divieto “E a Lui (al Signore) ti attaccherai”. Quello che bisognerebbe fare è di aggregarsi solo con talmidè chachamim ~ allievi di saggi (ossia studiosi di Toràh), al fine di imparare dai loro comportamenti e dai loro modi di fare.

I 14 precetti positivi.2

3. Terzo precetto – “Giudica il prossimo con benevolenza”
a. Una persona che ha fatto qualcosa, che è possibile giudicare sia in modo positivo che in modo negativo, perfino se si sta parlando di una persona media (ossia né un malvagio, né un giusto), secondo la Toràh lo si deve giudicare in modo positivo. Quindi, chi parla, o ascolta qualcuno che parla lashon harà su quella persona, trasgredisce il precetto “Giudica il prossimo con benevolenza”.
b. Tanto più, chi parla o ascolta lashon harà di una persona che teme HaShem, è evidente che trasgredisca il precetto detto sopra. Il motivo è perché una persona che teme HaShem, anche se ciò che ha fatto sembrerebbe potersi giudicare tendenzialmente in modo negativo, va giudicato in modo positivo (perché, anche ammettendo che abbia fatto qualcosa di negativo, probabilmente ha fatto teshuvà per quello che ha fatto).

4. Il quarto precetto – “E lo aiuterai, anche se è un convertito o un residente, e vivrà con te” – “E tuo fratello vivrà con te”.
Se raccontando lashon harà, ha fatto si, che la persona di cui parlava abbia perso la sua fonte di sostentamento economico (dicendo per esempio che non è onesto o che non è in grado di svolgere il lavoro che fa) – trasgredisce il precetto “E lo aiuterai, anche se è un convertito o un residente, e vivrà con te” e il precetto detto poco dopo “E tuo fratello vivrà con te”.

I 14 precetti positivi

I 14 PRECETTI DA COMPIERE, SCRITTI ESPLICITAMENTE NELLA TORAH, CHE è POSSIBILE TRASGREDIRE ATTRAVERSO LA LASHON HARA’.

1. Primo precetto – “Ricorda quello che HaShem Tuo Signore ha fatto a Miriam lungo la strada”
Chi racconta lashon harà o pettegolezzi, trasgredisce il precetto “Ricorda quello che HaShem Tuo Signore ha fatto a Miriam lungo la strada” – la Toràh ci ha detto di fare attenzione a ricordarci sempre la grande punizione che il Signore Benedetto ha dato alla profetessa e giusta Miriam, allo scopo di farci allontanare dalla lashon harà (Miriam, ha solo parlato in disparte con Aharon riguardo a qualcosa su cui era preoccupata per suo fratello, che amava moltissimo, e per il quale ha messo in pericolo la sua vita pur di salvarlo. Nonostante ciò viene punita con la lebbra, e tutto l’accampamento deve aspettare che guarisca per potersi di nuovo mettere in cammino).

2. Secondo precetto – “Ama il tuo prossimo come te stesso”
Chi racconta o ascolta lashon harà o pettegolezzi sul prossimo, trasgredisce il precetto “Ama il tuo prossimo come te stesso” – secondo cui ogni ebreo deve amare ogni membro del popolo ebraico, e avere a cuore l’onore del suo prossimo e raccontare su di lui solo cose positive. Esattamente come ognuno ha a cuore e tiene al proprio onore. Chi racconta lashon harà o pettegolezzi, o chi li ascolta, dimostra di non amare affatto il suo prossimo, e sicuramente non compie il precetto di “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Ognuno conosce i propri difetti, e non vuole certamente che si sappiano in giro, quindi se va a raccontare i difetti degli altri, sicuramente dimostra di non amarlo, tanto più di non amarlo come se stesso.

I 17 divieti.8

16. Il sedicesimo divieto – “Non rendete ipocrita la terra”
1) Se raccontando lashon harà o pettegolezzo ha l’intenzione di compiacere chi lo sta ascoltando, nel senso che sa che chi lo ascolta odia la persona di cui gli sta parlando, e attraverso il suo racconto spera di compiacerlo – trasgredisce anche al divieto dì ipocrisia.
2) Ed è possibile che anche chi ascolta sia ipocrita – se una persona gli parla male del suo prossimo e chi ascolta sa che quello che sta dicendo non è corretto, e nonostante ciò annuisce con il capo per mostrare assenso, e aggiunge anche qualche parola negativa al riguardo – trasgredisce il divieto di non essere ipocrita, e nel momento in cui ascolta il racconto deve sforzarsi a non stimolarlo perfino con un singolo movimento che mostri che è d’accordo con quello che sta sentendo; e se chi racconta starà a sentire nel caso in cui venga ammonito per la questione, lo si deve ammonire.

17. Il diciassettesimo divieto – “Non maledire (perfino) un sordo”
È molto frequente che chi parla lashon harà in uno stato di collera, maledica col nome di HaShem colui di cui sta parlando, e così facendo trasgredisce il divieto di “Non maledire (perfino) un sordo”, perfino se maledice col nome di HaShem in una qualsiasi lingua. E lo trasgredisce anche se lo maledice non in sua presenza.

Abbiamo enumerato le diciassette trasgressioni a divieti espliciti direttamente nella Toràh che contravviene generalmente chi parla lashon harà, e la pena per alcuni di essi è la mittà bidè shamaim (ossia una morte spirituale in conseguenza di cui va male tutto ciò che concerne la vita della persona), oppure la perdita del mondo a venire. E se si racconta la lashon harà a un goy la trasgressione è molto più grave.

I 17 divieti.7

14. Il quattordicesimo divieto – “Non addossare colpe al prossimo”
Se offende una persona al punto tale da farle cambiare l’espressione del viso – trasgredisce anche il divieto di “non addossare colpe al prossimo”, e se lo ha fatto anche vergognare in pubblico non ha posto nel mondo a venire (a meno che non faccia teshuvà e gli chieda scusa).

15. Il quindicesimo divieto – “Non maltratterete nessuna vedova e orfano”
1) Chi racconta lashon harà o pettegolezzi su di un orfano o una vedova in loro presenza, perfino se la cosa è vera – trasgredisce il divieto “Non maltratterete nessuna vedova e orfano” e la punizione che deriva dal farlo è esplicita nella Toràh “E la Mia collera si accenderà e vi ucciderò con la spada. Le vostre mogli diventeranno vedove e i vostri figli orfani”.
2) Chi ascolta l’offesa dell’orfano e della vedova e rimane in silenzio, anche lui sarà punito per questo (Beer maim chaim).

I 17 divieti.6

12. Dodicesimo precetto: “Non essere come Korach e la sua congrega”
Se attraverso ciò che racconta alimenta anche discussione e polemica trasgredisce inoltre il divieto di “Non essere come Korach e la sua congrega”.
13. Il tredicesimo precetto: “L’uomo non danneggi il suo prossimo (con le parole)”
Molto spesso succede che si offenda il prossimo in sua presenza raccontando quello che ha fatto in passato, o raccontando un difetto della sua famiglia, o dicendo che non è intelligente, o qualsiasi altra cosa che gli arrechi dispiacere. E così nel pettegolezzo, ossia che racconta di fronte a Reuven di fronte a Shimon che Shimon ha parlato male di lui, e in questo modo trasgredisce anche il divieto “L’uomo non danneggi il suo prossimo (con le parole)”, e tanto più se lo racconta anche di fronte ad altre persone.

I 17 divieti.5

10. Il decimo divieto – “Non si ponga un solo testimone contro un uomo per ogni peccato e per ogni colpa”.
Una persona singola che testimonia in tribunale che una persona ha compiuto qualcosa di vietato, o che ha fatto qualcosa di male a un’altra persona o ha parlato male di lei – contravviene anche al divieto di “non si ponga un solo testimone contro un uomo per ogni peccato e per ogni colpa”.
11. L’undicesimo divieto – “Non seguire la massa per fare male”
Se ci si unisce a una congrega malvagia o a persone che sono abituate a parlare lashon harà per raccontargli qualcosa o sentire cosa loro abbiano da raccontare – trasgredisce anche il divieto esplicito della Toràh di “Non seguire la massa per fare male”, e al precetto da compiere “di attaccarsi ad Esso ( cioè ad HaKadosh Baruch Hu e alle sue middot)”. E contravviene inoltre ad altri innumerevoli divieti di istituzione rabbinica e divieti direttamente dalla Toràh.

I 17 divieti.4

Il settimo divieto –  “Non odiare tuo fratello in cuor tuo” (Vaikra 19,17)
Colui che racconta Lashon Hara ~ maldicenza, trasgredisce a volte anche il divieto di “Non odiare tuo fratello in cuor tuo” (Vaikra 19,17). Ad esempio se ha un atteggiamento duplice: quando gli sta davanti gli parla armoniosamente e affettuosamente (e non gli fa vedere che non lo sopporta), e intanto gli sparla dietro   quando sta davanti ad altri. E a maggiore ragione trasgredisce questo divieto se dice esplicitamente agli altri di non andare a raccontarglielo.

L’ottavo e il nono divieto -  “Non vendicarti e non farla pagare”
a.       Colui che racconta lashon harà  ~ maldicenza trasgredisce talvolta anche i divieti di “Lo Tiqom VeLo Titor” ~  “Non vendicarti e non farla pagare”, come nel caso in cui non sopporta in cuor suo una persona che non gli ha fatto un favore, e per questo si vendica su di lui e racconta cose negative sul suo conto.
b.      Nel caso in cui colui che ascolta lashon harà  ~ maldicenza incoraggia in qualsiasi modo il racconto perché la persona di cui si parla non gli ha fatto un favore, trasgredisce anche i divieti di Lo Tiqom VeLo Titor” ~  “Non vendicarti e non farla pagare”.
c.       Non è necessario un incoraggiamento verbale, ma anche la sola espressione compiaciuta o di intesa su ciò che si dice è parte del divieto.

I 17 divieti.3

5. Il quinto divieto – “stai attento così da non dimenticare HaShem tuo Signore”
Chi racconta lashon harà – trasgredisce anche il divieto di “stare attenti così da non dimenticare HaShem nostro Signore”, in particolare se nel suo racconto negativo sul prossimo, vuole dare onore a se stesso (e se si fa onore a discapito di quello che racconta male sul suo prossimo, viene anche reciso dal Mondo Futuro)

6. Il sesto divieto – “e non profanerai il Mio Sacro Nome”
Chi racconta o ascolta lashon harà o pettegolezzi – trasgredisce anche il divieto di “non profanare il Mio Sacro Nome”. In particolare se è una persona importante e un punto di riferimento per cui tutti fanno caso a quello che fa, e tanto più se ha ascoltato a parlato lashon harà in pubblico.

I 17 divieti.2

3. Terzo precetto – “Osserva molto attentamente le prescrizioni che riguardano la piaga della tzaraat ~ lebbra
Chi racconta lashon harà o pettegolezzi – contravviene al divieto direttamente dalla Toràh di “osservare molto attentamente le prescrizioni che riguardano la piaga della tzaraat ~ lebbra” perfino se quello che dice è vero.

4. Quarto precetto – “Di fronte a un cieco non mettere un inciampo”
a. Chi racconta lashon harà o pettegolezzi contravviene al divieto direttamente dalla Toràh di “non mettere un inciampo di fronte a un cieco” perché mette un “inciampo” di fronte a chi ascolta quello che dice, e se ci sono più persone che ascoltano trasgredisce questo divieto molte volte secondo il numero degli ascoltatori.
b. Chi ascolta qualcuno che sta parlando lashon harà – se è l’unico ad ascoltarla, sicuramente sta trasgredendo il divieto di “non mettere un inciampo di fronte al cieco”, perché se non ci fosse lui ad ascoltare la persona non parlerebbe lashon harà; se ci sono altre persone oltre a lui – è possibile che non contravvenga a questo divieto, però, se è arrivato per primo – lo trasgredisce anche se arrivano dopo di lui altri ascoltatori.
c. In ogni modo, bisogna stare molto attenti nel fermarsi con una congrega di persone che parlano lashon harà e pettegolezzi, perché in Cielo sono tutti scritti sotto il nome di congrega cattiva.

I 17 divieti scritti esplicitamente nella Toràh, che è possibile trasgredire parlando lashon harà

1. Il primo precetto – “Non andare spettegolando nel tuo popolo”
Chi va a raccontare da una persona all’altra, dicendo per esempio “questa persona ha detto così e così su di te”, o “ho sentito che Tizio ha fatto così e così (e questo rientra nella categoria del pettegolezzo), oppure che parla male del suo prossimo (e questo rientra nella categoria di lashon harà), sia che l’ha raccontato di fronte alla persona che no, trasgredisce il divieto direttamente dalla Toràh di “Non andare spettegolando nel tuo popolo”.
2. Secondo precetto – “Non accettare un discorso vano”
Chi racconta o ascolta qualcuno che racconta lashon harà o pettegolezzi – contravviene anche al divieto di “Lo tisa shema shave” ~ “Non accettare un discorso vano” (in tutte le forme, ossia chi racconta, chi ascolta, lashon harà o pettegolezzi, che siano veri oppure falsi, di fronte alla persona di cui si parla o in sua assenza).

Prefazione del Chafetz Chaiim.2

2. E il motivo principale per cui oggi siamo in esilio è a causa del peccato degli esploratori, e hanno detto i Nostri Maestri che l’essenza del loro peccato è stata quella del lashon harà, perché hanno parlato male della Terra D’Israel. E anche tutti i grandi Saggi che sono stati uccisi all’epoca di Shimon Ben Shatach, è stato a causa del pettegolezzo, ed è anche il motivo per cui è stato distrutto il Bet HaMikdash ~ Santuario. E tantissimi e incommensurabili altri mali abbiamo ricevuto a causa di questo grave peccato.

3. E a causa dei tanti mali che conseguono da questo orribile atteggiamento, la Toràh ci ha avvisati di allontanarci da questo peccato con un divieto esplicito nella Toràh: “Non andare spettegolando nel tuo popolo”.
E inoltre, nella lashon harà e nel pettegolezzo sono compresi quasi tutti i divieti delle mizvot fra l’uomo e il suo prossimo, e molte questioni fra l’uomo e HaKadosh Baruch Hu. Quindi ci ha avvisati la Toràh così da non arrivare a collezionare tutta questa serie di brutte cose.
E forse, attraverso il fatto di esplicitare i molteplici divieti della Toràh che si contravvengono raccontando lashon harà e pettegolezzi, lo iezer harà si arrenderà vedendo la grandezza delle conseguenze negative che sono scaturite dalle sue parole.

Prefazione del Chafetz Chaiim

1. Il Signore Benedetto, nel Suo amore incommensurabile per il popolo ebraico, e nella Sua incommensurabile voglia di fargli del bene, li ha allontanati da tutti gli atteggiamenti negativi e in particolare dalla lashon harà e dal pettegolezzo, perché a causa loro si litiga, e a volte si può arrivare perfino ad uccidere. E tantissimi altri mali sono causati da questi atteggiamenti scorretti.

Introduzione.8

15. C’è un altro grande vantaggio nello studiare queste alachot: in questo modo non saranno considerate come qualcosa in balia di nessuno. E così, anche se qualche volta chas veshalom la persona parlerà lashon harà, non sarà considerata un “baal lashon harà” ~ colui che è solito parlare lashon harà. Poiché questo peccato è considerato come se avesse trasgredito insieme i divieti di avodà zarà ~ idolatria, ghilui araiot ~ rapporti proibiti e shefichut damim ~ uccidere, e chi rientra in questa categoria non può ricevere la shechinà ~ Presenza Divina, e altre punizioni molto gravi.

E PER MERITO DELLO STUDIO E DELLO STARE ATTENTI ALLA SHEMIRAT HALASHON, VERRA’ IL MASHIACH PRESTO E AI NOSTRI GIORNI AMEN!

Introduzione.7

13. Può darsi che ci sia qualcuno che tenti di impedire lo studio di queste alachot dicendo: “E’ meglio compiere questo peccato inconsapevolmente piuttosto che volontariamente”. La cosa però non ha senso, perché questa regola generale non si applica ai divieti scritti esplicitamente nella Toràh, e i divieti di parlare lashon harà e pettegolezzi sono scritti esplicitamente nella Toràh. Come si può sostenere una tesi del genere? Allora non bisognerebbe studiare neanche le alachot dello shabbat o del ghezel ~ rubare perché è difficile metterle in pratica?
14. Sicuramente HaKadosh Baruch Hu conosce meglio di tutti l’uomo, e se gli ha vietato di parlare lashon harà è solo perché l’uomo è in grado di farlo.

Introduzione.6

11. Nel libro ”shemirat halashon” è stato raccolto tutto quello Che i Nostri Maestri hanno scritto sul tema. Dalle loro parole è possibile rendersi conto la maestosità della ricompensa, sia in questo mondo che nel mondo a venire, per coloro che stanno attenti a non commettere questo peccato, e la grandezza della punizione per coloro che non stanno attenti.
12. È risaputo che è scritto nel midrash che se l’uomo si occupa molto di studiare quello che hanno detto i Nostri Maestri, HaShem toglie da lui lo iezer harà specifico su ciò che ha studiato. Perciò è possibile che studiando le norme sulla lashon harà scritte in questo libro, lo iezer harà di parlare lashon harà non avrà la meglio su di lui. Inoltre, quando una persona si allontana un po’ da questo peccato, col passare del tempo se ne allontanerà totalmente. Perché in questo peccato contano molto le abitudini, e chi mostra ad HaShem di voler tornare sulla retta via, HaShem lo aiuterà a farlo.