3. Se vi state chiedendo come fare a evitare di inciampare nel grave divieto di ascoltare lashon harà, ecco alcuni preziosi metodi.
Se arriva qualcuno, e si capisce che vuole parlare male di un’altra persona, bisogna chiedere fin dall’inizio: “Quello che mi vuoi raccontare, potrà essermi utile in futuro? Potrò essere d’aiuto a rimediare alla situazione che mi vuoi raccontare? Ho qualche possibilità di ammonire la persona in questione per quello che mi vuoi raccontare?”
Se la risposta è si a una di queste domande, allora è permesso ascoltare, senza credere a ciò che si ascolta, ma si può prendere in considerazione la cosa. D’altra parte, se non c’è nessuna risposta positiva alle precedenti domande allora è assolutamente vietato ascoltare.
Quando chi vuole raccontare vede che non c’è interesse nell’ascoltare sue parole, o si riceve in risposta una faccia adirata, la prossima volta ci penserà due volte prima di raccontare qualcosa di vietato, almeno per non fare una figuraccia.
4. A volte, ascoltare le critiche di una persona nei confronti di un’altra, può essere permesso o addirittura una mizvà.
Ecco alcuni esempi: (a) se ascoltando il racconto integralmente, posso poi dimostrare a colui che racconta o agli altri ascoltatori, che le cose non stanno così, (b) se posso trovare un merito per giustificare l’azione di quella persona, (c) se posso azzittire chi racconta, in modo che non vada a raccontarlo ad ulteriori persone.
In tutti i casi citati, bisogna comunque stare molto attenti a non credere in cuor proprio che il racconto sia vero, ma si sospetti soltanto della veridicità dei fatti.
Il consiglio che si può dare a chi è inciampato nel peccato di ascoltare lashon harà, è quello di provare a cercare immediatamente, con tutte le proprie forze, un merito grazie a cui giudicare favorevolmente la persona di cui si sta parlando male e riferirlo a colui che sta raccontando.
Bisogna poi provare ad estirpare ciò che chi racconta pensa in merito al soggetto dei suoi racconti, ad esempio proponendo degli spunti per giudicare favorevolmente la persona in questione.
Nel caso invece si conosca la natura di colui che racconta lashon harà, e si sa che in ogni caso non farebbe altro che continuare a parlarne sempre peggio, è sicuramente preferibile rimanere in silenzio.
Solo dopo che costui se ne sia andato, si può (ed è opportuno farlo se stanno a sentire) raccontare al resto delle persone che hanno ascoltato la lashon harà, tutta la questione da un punto di vista favorevole nei confronti della persona di cui si è parlato male. Si cerchi in questo caso, di estrarre dai loro cuori i fatti negativi che hanno ascoltato.