Pagine

Settima Regola.5

9. Una persona che racconta ingenuamente qualcosa che è avvenuto, di cui sappiamo che non ha alcuna intenzione di parlare male a proposito della persona di cui parla, o di mettere male fra lei e gli altri, è permesso credere a ciò che dice nel caso in cui si sia sentito, ma è dubbio se sia permesso a priori cominciare ad ascoltare le sue parole. In ogni modo, è estremamente difficile trovare una persona che effettivamente racconti ingenuamente. Pertanto, essendo questa norma di difficile applicazione pratica, chi tiene ad allontanare la sua anima dai peccati si astenga dal mettere in pratica questa facilitazione. 

10. Un ulteriore facilitazione è quella di “Devarim Nikarim” cioè di “cose riconoscibili” [si premette che questa norma non sarà chiara a meno che non si studino almeno le due halakhot successive]. La facilitazione di “Devarim Nikarim” si applica quando ci si rende conto attraverso altre conoscenze che il racconto è vero (e non solo verosimile). Questa facilitazione ha molte limitazioni. Ad esempio, se c’è la possibilità di giudicare la storia in modo favorevole, o dicendo semplicemente che a tale persona manca un tipo di attitudine per cui non poteva comportarsi altrimenti, non è applicabile questa facilitazione, perché sicuramente dobbiamo giudicarlo favorevolmente. Nel caso invece non ci sia possibilità di trovare un merito per giudicare ciò che ha fatto, è permesso credere a ciò che viene raccontato e accettare le parole del racconto. 
 E’ necessario fare una ricerca approfondita per sapere se effettivamente il racconto ricada nella categoria di “Devarim Nikarim”, perché spesso lo Yetzer Harà vuole che ci si basi su questa facilitazione, pertanto non si faciliti tanto in fretta (in particolare se non sono presenti le condizioni riportate nelle due alachot successive. )