3.
Condizione aggiuntiva e
necessaria per il permesso di raccontare lashon harà visto sopra, è che la
persona che racconta non sia anch’essa peccatrice sulle stesse trasgressioni
come la persona di cui si parla. In caso lo sia, è vietato raccontare lashon
harà e rendere pubbliche le trasgressioni del prossimo(perché la sua intenzione
è solo di svergognarlo).
4.
Per una buona causa. Una
delle condizioni che abbiamo visto precedentemente (punto 2) è di aver
intenzione di raccontare per una buona causa e con uno scopo. Questo punto va
spiegato meglio:
a.
Se coloro cui racconta
possono aiutare il danneggiato – sicuramente è opportuno raccontare.
b.
Se non si raggiunge un
aiuto per il danneggiato, ma chi racconta ha l’intenzione che coloro che
ascoltano si allontanino dalla cattiva strada. Quando si sente che le persone
disprezzano i malvagi, è possibile che il peccatore stesso faccia teshuvàh e
sistemi le sue azioni. Anche ciò è considerata una buona causa.
c.
Se si stima che non ci sia
alcuna utilità, perché anche le persone cui racconterebbe si comportano
male e trasgrediscono la stessa questione tanto che non considerano per nulla
la cosa come trasgressione, stia ben attento a non raccontare per nulla la
questione.
d.
Non c’è differenza in tutte
queste condizioni, se il danneggiato ha fatto richiesta di risarcimento o no; perché
se è permesso parlare, persino se non ha fatto la richiesta è permesso; se è
vietato (cioè non si sono verificate le condizioni riportate nei punti 2-3),
persino se ha fatto richiesta di risarcimento rimane vietato.