Pagine

Ottava Regola.2


3.  E’ vietato raccontare lashon harà perfino su di un bambino, se la cosa può danneggiarlo  o arrecargli dispiacere. Se raccontando qualcosa di male su di lui si intende cercare di evitare che il bambino causi danni e così facendo lo si possa mettere sulla giusta strada è permesso farlo, a condizione che si sappia in prima persona che la cosa è vera, e si sappia che quello che si racconta non causerà qualcosa di negativo, come per esempio che a causa di quello che si è raccontato il bambino esca dalla retta via.
4. E’ vietato raccontare lashon harà sia su di una persona ignorante che su di un talmid chacham (chi racconta lashon harà fa un peccato molto più grave). Lo yezer harà ci tende in trappola e ci fa credere che i talmidè chachamim di oggi non sono come quelli di un tempo e quindi non è vietato parlare lashon harà su di loro. La cosa è completamente falsa, perché ogni persona viene giudicata a seconda della generazione in cui si trova, ai nostri tempi, chi è adatto a insegnare Toràh e si dedica allo studio della Toràh può essere considerato talmid chacham. Chi ne parla male o lo insulta, perfino se in sua assenza, commette un errore pesantissimo ed è passibile di scomunica. Se la persona poi insegna nella stessa città di chi proferisce lashon harà contro di lui, il peccato è ancora più grande.