11. Il divieto di lashon harà vale sia che si racconti dinnanzi a parenti che non. Persino tra fratelli, è lashon harà. Persino se vuole che lo ammoniscano per ciò che racconta è vietato, perché prima deve ammonirlo lui stesso in privato. Nel caso però pensi che il suo ammonimento non aiuti, mentre quello dei parenti possa aiutare, può raccontarlo ai parenti affinché lo ammoniscano (e non per altri motivi).
12. Il divieto di lashon harà vale quando si racconta dinnanzi a un ebreo. Se racconta davanti a non ebrei il suo peccato diviene ancora più grave, perché oltre a disonorare gli ebrei e HaQadosh Barukh Hù (che gli ebrei rappresentano), presenta anche del male verso chi ha raccontato; questo perché se racconta lashon harà a un ebreo, questo non dovrebbe accettare subito il suo racconto. Mentre un non ebreo non ha motivo per non crederci e diffondere il racconto (non avendo il divieto di lashon harà) e quindi il danno è molto maggiore.
Tanto più nel caso in cui parli male degli ebrei davanti a non ebrei, il suo peccato è ancora più pesante, perché entra nella categoria dei “malshinim” ~ “melelingue” e il suo status equivale a quello degli “Apikoros” ~ eretico e coloro che non credono nella Toràh e nella resurrezione dei morti. E anche se il Ghehinnom terminerà, la loro pena non terminerà. Perciò ognuno deve stare attento a ciò, perchè il peccato e il danno divengono molto più gravi. (vedi libro intero per maggiori dettagli sulla gravità ulteriore)