11.
Quando si subisce un torto
(si è stati derubati o truffati) da qualcuno, bisogna stare attenti a non
raccontarlo (anche se si è sicuri di raccontare esattamente la verità di quanto
accaduto). In questo caso lo scopo sarebbe quello di mettere in cattiva luce la
persona che ha commesso il torto agli occhi del pubblico e non quella di
ottenere un’utilità: ossia che le persone disdegnino i malfattori e stiano
attenti a non comportarsi come loro.
12.
Tanto più bisogna stare
attenti a non raccontare lashon harà quando non si è subito un danno vero e
proprio. Per esempio se non si è ricevuto un favore (non gli hanno dato
zedakàh, un prestito o ospitalità…). Se ci si lamenta per questo con altri, si
sta sicuramente trasgredendo il divieto di parlare lashon harà (cfr regola 5.1)
e altri divieti spiegati precedentemente.
Questo
vale nei confronti di un singolo e tanto più nei confronti di un gruppo o di un’intera
città (per esempio nel caso in cui non sia stato ospitato secondo lui con
sufficiente kavod). Se si parla di più persone il peccato è molto più grave (a
meno che non si racconti a qualcuno che ha la possibilità di rimproverare le
persone per quanto accaduto, in tal caso si stia attenti che siano presenti
tutte le condizioni del punto 2 e 3).