3. Bisogna fare attenzione a
elogiare qualcuno, in modo che la cosa possa danneggiarlo. Per esempio se si è
stati ospitati con molto kavod e si è ricevuto molto cibo etc., oppure se si è
ricevuto un prestito, è vietato dire quanto bene si è ricevuto. Questo perché altrimenti
della brutta gente, o dei perditempo, potrebbero cominciare a dare fastidio
alla persona da cui si è ricevuto il bene, e questa persona potrebbe ritrovarsi
nei guai non sapendo più come liberarsi di questo tipo di gente.
Bisogna
inoltre stare attenti a non mettersi nella condizione che altri sospettino che
si sta parlando lashon harà, altrimenti si trasgredisce il divieto di parlare “avak
lashon harà” (polvere di lashon harà).
4. È vietato abitare in un
quartiere di maldicenti, tanto più sedere vicino a dei maldicenti e ascoltare
ciò che dicono, perfino se si ha l’intenzione di non ricevere ciò che dicono.
Tanto
più, è vietato fissare il proprio posto al Bet HaKneset o nel luogo di studi,
accanto a persone maldicenti.
In
particolare, chi ha un tempo stabilito in modo fisso durante la giornata (cosa
che TUTTI dovrebbero avere) che dedica allo studio di Toràh, non può
assolutamente sprecarlo immischiandosi con i vicini che parlano lashon harà.
Se
si ha un alunno che parla abitualmente lashon harà, e si sa con certezza che
non starà a sentire nessun rimprovero, bisogna allontanarlo.
Se
una persona si trova suo malgrado con una compagnia di maldicenti, e non ha
alcuna possibilità di defilarsi, deve
seguire alcune norme comportamentali:
-
Se stima che rimproverando
il gruppo, risucirà a non farli parlare lashon harà, deve senza dubbio rimproverarli.
-
Perfino se stima che il suo
rimprovero non abbia l’effetto di farli smettere di parlare lashon harà, d’altro
canto non apporterebbe nessun danno, non può stare zitto.
-
Se con il suo rimprovero,
continueranno ancora di può a parlare male di quella persona, non bisogna
dirgli niente.
-
Perfino se il rimprovero
non servisse a niente, se ha qualche altra idea su come farli smettere, ha l’obbligo
di metterla in pratica.